Austria non garantirà più depositi bancari

Entra in vigore il regime del “bail in”. Le banche più sicure. L’Italia al 4° posto tra paesi a rischio per i correntisti.

fonte http://www.wallstreetitalia.com

pressione-fiscale

Austria non garantirà più depositi bancari

Riportiamo integralmente l’articolo apparso il 9 aprile sull’edizione online del Wall Street Italia a firma Laura Naka Antonelli. Vedi: “Austria non garantirà più depositi bancari. Fallimenti? Addio risparmi di una vita

ROMA (WSI) – In Austria, a partire da luglio, entrerà ufficialmente in vigore il regime del “bail in”, ovvero quella situazione in cui sono i creditori ad accollarsi le perdite di un eventuale crack di una banca o di una corsa agli sportelli.

La decisione era già stata in qualche modo anticipata con la notizia del buco monstre della bad bank di Hypo Alpe Adria. In quell’occasione, il ministero austriaco delle finanze aveva ricordato che, sulla base della nuova normativa, i creditori possono essere di fatto costretti a contribuire alle perdite, in modo tale che i contribuenti non debbano accollarsi l’intero peso.

Detto più semplicemente: avete depositato i vostri risparmi in una banca che poi fallisce? Amen, lo stato non vi garantirà più. Sarete voi stessi a essere chiamati in causa.

L’annuncio forte è arrivato oggi: l’Austria non garantirà più i depositi bancari; lo stato eliminerà insomma le garanzie finora assicurate ai depositi bancari, dopo aver ricevuto il via libera dall’Unione europea. D’altronde, la nuova legislazione sul bail in è stata approvata dalla stessa Ue due anni fa. Ed è molto probabile che l’Austria dia il via a un trend che si espanderà poi non solo in Europa, ma anche in altri paesi del mondo.

Il rischio è talmente concreto che il sito Goldcore ha presentato un grafico, elencando i paesi che corrono il pericolo di vedere introdotto il tanto temuto regime (quello in cui i correntisti rischiano di perdere i loro depositi nel caso di crack della banca dove sono custoditi i loro risparmi).

Al primo posto c’è la Grecia; seguono Portogallo e Spagna. Al quarto posto l’Italia; poi Francia, Irlanda, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone.

Il grafico elenca anche le aree geografiche in cui le banche sono più sicure: palma d’oro alla Svizzera; seguono Germania, Singapore, Canada, Australia, Norvegia, Olanda, Hong Kong.

Tornando al caso Austria, ecco come cambieranno le cose: al momento, gli austriaci hanno depositi garantiti fino a un valore di 100.000 euro; esattamente, la prima metà dalla banca, la seconda dallo stato. Le cose cambieranno a partire da luglio, quando lo Stato non garantirà più i depositi.

Di conseguenza, le banche, per far fronte all’eventualità di buchi di bilancio, dovranno creare un fondo speciale di assicurazione per i depositi bancari. Una volta costituito, il fondo sarà rimpinguato gradualmente nel corso dei successivi dieci anni, arrivando a un valore di 1,5 miliardi di euro.

In caso di fallimento di una grande banca nel periodo precedente, la legislazione permetterà al fondo di contrarre prestiti all’estero sebbene, stando alla fonte che ha riportato la notizia, Die Presse, non sia chiaro chi fornirà i finanziamenti e sulla base di quali termini.

In ogni caso, è chiaro che anche se il fondo fosse alla fine dotato dei finanziamenti previsti, il suo aiuto sarebbe ridicolo. L’ammontare di 1,5 miliardi di euro si confermerebbe infatti inadeguato a salvare i correntisti dal fallimento di una banca. La cifra rappresenta appena lo 0,8% dei depositi totali in Austria.

Die Presse cita l’esempio di Bank Corp in Bulgaria. Quando la banca fallì, aveva depositi per 1,8 miliardi di euro; ma sul fondo di assicurazione sui depositi, era presente solo 1 miliardo di euro.

Torna alla mente la dichiarazione del ministro delle finanze irlandese Michael Noonan che, il 27 giugno del 2013, affermò: “il bail in è ora la regola”. Noonan definì rivoluzionaria la decisione di non considerare più i depositi sacrosanti.

Ben presto anche i depositi di altre banche dell’Unione europea potrebbero non essere più al sicuro.

Il giornale tedesco Deutsche Wirtschafts Nachrichten scrive: “i correntisti dovranno effettuare ricerche in modo attento sulla situazione della banca in cui decideranno di parcheggiare i loro risparmi”. Con l’ammissione: peccato che “questo compito sia estremamente difficile, causa i comunicati finanziari poco chiari e la complessità delle interdipendenze nel sistema bancario”. (Lna)

La soluzione è costituire una riserva in beni rifugio facilmente smobilizzabili. Per maggior informazioni clicca qui o contattaci.

L’oro è moneta, una valuta di primo piano

L’oro è moneta. L’intervento dell’ex Presidente della Fed al Council of Foreign Relations

Salvaguardia Capitali
Salvaguardia Capitali

L’oro è moneta, una valuta di primo piano

Riportiamo integralmente quanto scritto sul sito http://www.lantidiplomatico.it:

L’oro è moneta, una valuta di primo piano. Il dollaro non può competere con esso“, Alan Greenspan

Per qualche ragione, il Council on Foreign Relations, dove l’ex Presidente della Fed Alan Greenspan ha parlato la scorsa settimana, ha deciso che non tutta la discussione doveva essere inclusa nella trascrizione ufficiale, rivela il blog americano ZeroHedge. Forse possiamo capire il perché … come conclude Gillian Tett “commenti di questo tipo potrebbero farla diventare una rock star tra la comunità dei gold bug” (i fautori di un ritorno a qualche forma di gold standard).

Tett: Pensa che l’oro sia attualmente un buon investimento?

GREENSPAN: L’oro è moneta. E’ ancora, come dimostra l’evidenza, una valuta di primo piano. Nessuna moneta a corso forzoso, e tra queste il dollaro, può competere con esso.

GREENSPAN: … la domanda è perchè le banche centrali mettono i soldi in un bene che non ha tasso di rendimento, ma solo costi di stoccaggio e assicurazione, perché lo fanno? Se si guardano i dati, con pochissime eccezioni, tutti i paesi sviluppati hanno riserve auree. Perché?

Tett: Immagino sia a causa di un punto interrogativo circa il valore della moneta a corso forzoso.

GREENSPAN: Beh, questo è quello che voglio dire. Ogni volta che si pone alcune questioni molto sere, la determinazione del prezzo dell’oro comincia a muoversi.

Tett: Giusto.

GREENSPAN: E penso che sia affascinante. Benn Steil è tra il pubblico?

Tett: Sì.

GREENSPAN: Eccolo, OK. Prima di leggere il mio libro, andate a leggere il libro di Benn. La ragione è che lo troverete interessante proprio su questo tema, perché contiene l’ultima prova del dibattito intellettuale al Mount Washington Hotel nel 1944 tra coloro che volevano una moneta a corso forzoso internazionale .. ma non potevano contrastare il fatto che il dollaro degli Stati Uniti era convertibile in oro. Tutti volevano l’oro dell’America. E penso che Benn abbia descritto questo in termini straordinariamente utili.

Tett: Si. Beh sono sicusicuro che commenti di questo tipo potrebbero farla diventare una rock star tra la comunità dei gold bug.

Per completezza, ecco Ron Paul che chiede a Ben Bernanke se pensava che l’oro fosse moneta. Bernanke lo fissa con sguardo assente per alcuni secondi e poi dice: “no”.

Paul allora chiede: “Perché le banche detengono oro sul loro bilancio Perché non diamanti?”

Bernanke risponde: “La tradizione, suppongo.”

“Quindi, mi permetta di capire bene, le banche detengono miliardi di dollari di un bene che non paga interessi o dividendi sul loro bilancio per ragioni di “tradizione”. Niente a che fare con qualsiasi altra cosa, proprio la tradizione.”

“Uh, sì. Deve essere così.”

Possedere una riserva aurifera è quasi un “dovere” Clicca qui per maggiori informazioni

WhatsApp Ufficio
Invia con Whatsapp